C’è una realtà tangibile, concreta, fenomenica di cui la fotografia può testimoniare l’esistenza, attraverso l’immediatezza della sua evidenza rappresentativa, ma non è questa che interessa a Roberto Antelo: è il racconto che da questa si diparte che è al centro della sua ricerca artistica. Come dichiarava Luigi Ghirri “La fotografia è essenzialmente un dispositivo di selezione del vostro campo di attenzione… semplicemente si tratta di attivare un processo mentale, di attivare lo sguardo e cominciare a scoprire nella realtà cose che prima non si vedevano, anche dando agli oggetti, agli elementi della realtà un altro significato. Attivare un campo di attenzione diverso”. Gli scatti di Antelo sono capaci di raffigurare il senso della prospettiva temporale e ontologica, invece di quella spaziale, per indagare in profondità cosa si celi nei luoghi, nei gesti, negli animi delle persone. Attraverso la fotografia analogica, egli compie una riflessione sulla possibile ambiguità delle apparenze dell’immagine, alla ricerca di una visione che sia la prosecuzione di un’intuizione. La sua sintesi poetica, amplificata dal bianco e nero, trattiene la tensione di atmosfere sospese per certi aspetti metafisiche e diventa un catalizzatore in grado di attivare una sequenza di rimandi che suggeriscono un mondo latente oltre la superficie. La predilezione per il tempo lungo dilata l’istante lasciando presagire la complessità del reale e aprendo la visione sulla dimensione del tempo: si crea una frattura nello spazio-tempo e le immagini sfocate, apparizioni pulviscolari, oltre a determinare il senso di movimento di una realtà in transizione, generano una vibrazione simile a un’eco interiore infinita. L’artista sembra sfumare la materialità palpabile di ciò che riprende per rendere evidente l’ambivalenza tra presenza e assenza, effimero ed eterno, corpo e spazio, identità e metamorfosi. Se da un lato la fotografia è documento dell’immanenza delle cose, dall’altro lato quella di Roberto Antelo sembra volerci mostrare ciò che esiste e permane al di là della nostra conoscenza e della nostra consapevolezza, offrendoci una via di fuga verso la trascendenza.
Bio
Nato a Montevideo nel 1963, Roberto Antelo ha fatto di Padova, città nella quale risiede dai primi anni Duemila, il centro della sua pratica artistica. Dopo aver posto le basi della sua creatività come autodidatta, basandosi sulla tecnica fotografica in analogico, ha presieduto tra il 2009 e il 2018 il rinomato gruppo fotografico “La Barchessa” e, contestualmente, dal 2009 al 2017, si è occupato del coordinamento di un corso base di fotografia organizzato dal comune di Limena (PD), presso la Scuola di Avviamento e Perfezionamento Culturale. Antelo ha partecipato a concorsi e mostre nazionali e internazionali. Rispetto all’attività espositiva, si ricorda in special modo le mostre personali, “Blurry Perfection, through the eyes of Roberto Antelo”, presso Medina Art Gallery, Roma (2022) e Racconti dell’altrove”, a cura di Flavia Motolese, presso Satura Art Gallery, Genova (2019).
Tra le collettive si annoverano l’importante Esposizione Triennale di arti Visive a Roma (2021), la 4 Biennale di Genova (2021), nella quale gli è stato assegnato il 1° Premio Fotografia, la 3 Biennale di Genova (2019) dove Antelo viene premiato, la Mostra Internazionale di Arte Contemporanea “Stay on Art” presso il Palazzo della Cancelleria Vaticana di Roma (2019).
Le sue fotografie sono state esposte in fiere di rilievo, come Photissima, ArtePadova e Arte Genova. Allo stesso modo, i suoi lavori hanno catturato l’attenzione di diversi critici, che nel corso del tempo ne hanno scritto tra le pagine di volumi, monografie sull’arte italiana e internazionale. Ad esempio, Atlante Dell’arte Contemporanea (2024) Start Group Corporate Patron The Metropolitan Museum of Art di New york; Artisti – Annuario Internazionale D’Arte Contemporanea – 2020, editato da Mondadori Store. Da settembre del 2024 è membro associato della Soho Photo Gallery di New York.